lunedì 9 marzo 2015

Rifugio Nordio Deffar, Sella di Lom, cima Sagran e Monte Stafhand

Il video



Anche questa volta la sveglia suona molto presto: sono le 5:45.
Ci alziamo, una colazione veloce, una lavata, prendiamo l' attrezzatura già preparata la sera prima, la carichiamo in auto e partiamo.
Direzione Ugovizza.
Arriviamo nel paese e seguiamo le indicazioni per il Rifugio Nordio Deffar; percorriamo una ripida e lunga strada fino all' osteria al Camoscio dove parcheggiamo.
Scarponi ai piedi, zaini in spalla, Piva che corre...si parte!
Ecco il nostro itinerario


L' aria è fresca, -5 gradi. Con passo spedito, per scaldarci, percorriamo la strada forestale fino al rifugio in men che non si dica, facendo comunque qualche foto e video qua e la...





Attraverso gli alberi avvistiamo il camino del rifugio che fuma...


Sono le 9 in punto e un buon the non ce lo toglie nessuno. Così nel tepore del rifugio, in buona compagnia dei gestori e delle persone ai tavoli, sorseggiamo con calma la nostra tazza fumante di the, in attesa che il sole arrivi per scaldarci.
Chiacchierando con il gestore, comunichiamo la nostra meta dell' escursione, dicendogli che al ritorno saremo passati per salutare.
Ripartiamo in direzione Sella di Lom con il sole che finalmente ci riscalda...




In questa magnifica sella, sorge un bellissimo paesino con la vecchia caserma della finanza. Qui una volta c' era il confine di stato, tra Italia e Austria.
Cerchiamo i segnavia per la nostra destinazione invano: consultando la cartina troviamo la strada, con qualche dubbio però.
Saliamo i tornantoni che ci riportano nel bosco...





Arriviamo fino la fine della strada forestale e...il nulla.
Si proprio così, il nulla: nessun cartello, nessun simbolo di sentiero, nessun segnavia. Il niente!
Così, cartina e bussola, cerchiamo di fare il punto della situazione. Ma non è che andiamo lontani. Servirebbe un gps per capire l' esatta posizione in cui ci troviamo, ma, la tecnologia non è dalla nostra parte.
Piva, si proprio lei! Abbiamo il cane nero!
Lascio lo zaino sulla strada e m' inoltro nel bosco con Piva: lei da subito trova una traccia, grazie al suo fiuto allenato. Cosa facciamo? Ci fidiamo di lei?
Simboli non li vediamo ma lei sale a tornanti sulla neve decisa.
Via, fidiamoci del cane nero!
Così partiamo in mezzo al bosco, tra canalini di torrenti saliamo di quota, fino ad arrivare ai limiti del bosco dove scorgiamo la forcella...


Tutto un tratto, su una pietra li per caso scorgiamo un segnavia bianco-rosso, ed è festa! Siamo sul sentiero! Piva è una grande cagna!
Continuiamo a salire e il panorama dietro di noi è un qualcosa di magnifico...





La visibilità grazie alla bora dei giorni precedenti è ottima!
Così arriviamo su in cima e da qui procediamo fino all' antecima del Monte Stafhand, quota 1950m circa e questo è quello che vediamo...




Mangiamo il panino sotto una paretina di roccia dove siamo riparati dal vento e dove il sole ci scalda.
Ripartiamo subito per la discesa...



Arrivamo alla sella di Lom e facciamo pausa arancia: abbiamo voglia di prendere un pò di sole e goderci questo posto con il tepore del caldo sole primaverile di oggi.
Mezzoretta e ripartiamo per il Rifugio dove un altro the ci sta proprio!
Qui rimarremo un bel pò, chiacchierando godendo del bel caldo.
Verso le 16 riprendiamo gli zaini e continuiamo la discesa.


Alle 17 circa siamo in auto, stanchi ma contenti!
Alla prossima!

martedì 3 marzo 2015

Malga Pramosio

Il video


A volte non serve molto per passare una bella giornata.
Avevamo voglia di una semplice passeggiata, nulla di faticoso, lungo, o impegnativo. Così cominciamo a cercare sulle cartine strade forestali che ci portino ad un qualcosa dove ripararci per mangiarci il panino. Il tutto senza dislivelli importanti.
Così sbuca fuori dal web Malga Pramosio; la strada bianca parte da Laipacco, paesino, o meglio frazione di Timau.
Siamo in alta Carnia, proprio sul confine tra Italia e Austria, praticamente nel versante opposto della vallata dall' altra escursione sul Marinelli.
Partiamo a quota 850m dove lasciamo l' auto proprio sotto il cartello che ci indica che siamo nel parco della foresta di Pramosio...




Il bosco è molto bello, e quasi subito facciamo il primo di una serie di incontri con la fauna del posto, caprioli e cervi.
Piva alza le orecchie e punta una direzione, fà qualche passo in avanti, la chiamo e lei prontamente viene da me. Un branco di 4 caprioli o cervi, la distanza era molta, e in mezzo alla vegetazione riconoscerli per noi era impossibile. Non ne abbiamo le capacità.
Poco dopo impronte sulla neve, piccole, presumo di capriolo, e grandi, come una mano, di cervo penso.
A quota 1300 metri comincia a farsi vedere la neve in maniera più consistente...






Anche il panorama intorno a noi comincia ad aprirsi e ci regala bei paesaggi. Con il binocolo riesco a vedere il rifugio Marinelli, meta della nostra precedente escursione.
Facciamo pausa merenda e ripartiamo in tutta calma. Oggi il nostro obiettivo è il relax generale.
Saliamo ripidi tornanti e sbuchiamo fuori dal bosco, per incanto la vegetazione sparisce e ci regala una visuale immensa sulla malga che ai noistri occhi sembra più un villaggio medioevale...




Arriviamo alla malga, e, dopo averla perlustrada in lungo e in largo, ci mettiamo in un punto che ci copre dal vento a mangiare il panino.
Questo posto è un paradiso d' inverno: la pace che c'è qui è un qualcosa di magico.










Nuvole nere ci stanno venendo incontro da ovest così decidiamo di scendere subito per evitare di prenderci la pioggia. Peccato, se non ci sarebbe stato vento e le nuvole penso che ci saremo fatti anche una pennichella sulle panche al sole.
Così, ci rimettiamo gli zaini in spalla e piano piano cominciamo a scendere: arriveremo all' auto verso le 15.
Quello che cercavamo l' abbiamo trovato, ci siamo rilassati, Pivetti ha corso, giocato, esplorato, ha fatto il cane insomma!
Alla prossima!