martedì 14 luglio 2020

Cima di Pietrarossa


Settimana di lavoro 6-14.....mercoledì pomeriggio....stanchezza, sonno arretrato, insomma il solito. Tra una cosa e l' altra mi ritrovo solo a casa, Nicole dai nonni, la Debora impegnata nelle sue cose: guardo la Piva e penso, anzi, non penso, prendo lo zaino, borraccia, scarponi, via, andiamo!
Era già da un pò che stavo cercando una pineta dove mettere l 'amaca per riposare corpo e soprattutto la mente.
Così, nei giorni passati avevo cercato sulle carte topografiche e, avevo trovato che tutta la zona di Cima Pietrarossa era coperta da pini.
Parcheggio nel piazzale prima del centro visite e inizio subito a camminare verso est. Costeggio per un pò l' autostrada  e il rumore delle auto che sfrecciano mi dà proprio fatsidio, non vedo l' ora di entrare nel bosco.
Arrivo al bivio che porta sulla Rocca di Monfalcone e inizio la salita: piano piano lascio il frastuono dei motori e inizio a sentire le melodie del bosco: uccelli cantare tra le foglie che danzano nel vento, i miei pensieri migliorano e gli alti rami dei pini filtrano timidi raggi di sole che mi illuminano il sentiero.
Mi fermo spesso ad ascoltare.
Stupendo. Quando si dice:" vado  a ricaricare le batterie"...è proprio questo, questa sensazione, questo nanosecondo di vita fermo in quel quadro bellissimo.
Andiamo avanti: fa ancora fresco, quest' anno l' estate fa quasi fatica a venir fuori, sembra che anche le stagioni abbiano avuto il lock down.
Saliamo e arriviamo ad un punto dove si scollina, bellissimo perchè dall' altra parte si vede il mare, la costa Triestina e tutto il golfo fino Capodistria.
Tra salite e discese arriviamo dopo circa un oretta alla cimetta di Pietrarossa. Tra pini giganti sono scavate trincee, ristrutturate e messe in sicurezza per poter visitarle.
Quando cammino in questi luoghi cerco di immaginarmi come doveva essere  lì durante la guerra e, non ci riesco. Qui no, in altri luoghi come il Monte Sei Busi si, qui proprio non mi viene. Forse perchè c'è tanta vegetazione, forse perchè il canto degli uccelli non mi permette di immaginare cose brutte, si forse è quello.
Non mi dilungo nelle trincee, non ne ho voglia, voglio solo legare l 'amaca tra due pini e riposare.
E così faccio. Una leggere brezza mi dondola mentre la Piva si sgranocchia un legnetto.
Dopo una mezzoretta è ora di tornare indietro, ma la testa vorrebbe rimanere lì altro tempo.
Passo dopo passo torniamo all' auto.
Tre ore passate vicino casa e apprezzate tantissimo.
Amo sempre di più i posti vicino casa perchè posso godermeli spesso!