lunedì 6 maggio 2013

Anello delle malghe del Piancavallo

Eccoci di nuovo qui! Ci siamo risvegliati dal letargo invernale ed ora s' incomincia a far sul serio a livello di escursioni.
Dopo la lunga e stupenda scarpinata della scorsa settimana volevamo goderci un pò di natura e relax: dove andare? Non essendo mai stati nel parco delle Dolomiti Friulane, o per meglio dire prealpi, abbiamo fatto una ricerca sulle possibili escursioni, possibilmente tranquille in termini di dislivello, ma abbastanza lunga e panoramica. Viene subito fuori la passeggiata delle malghe del Piancavallo. Bene...prima cosa vado a recuperare la cartina per studiare bene il percorso. L' anello completo è di 12 km circa per un dislivello complessivo intorno ai 400 m. Perfetto!
La sera di venerdì 3 maggio decidiamo di non mettere la sveglia, tanto ogni giorno per le 7 siamo in piedi...
Mi sveglio, vado in bagno, torno in letto, guardo l' ora....bene son le 5:20, ancora un oretta e poi mi alzo dai....mi riaddormento...mi risveglio......8:22.....via via!
Piva è nella cuccia divano, che dorme profondamente, mi guarda con un occhio solo e dall' espressione sembra non aver tantissima voglia.
In mezz' ora siamo in auto: dopo anni della stessa tratta autostradale, oggi si cambia: invece di prendere per Udine, andiamo verso Venezia.
Alle 10 circa siamo sul posto: la prima cosa che notiamo è la quantità di neve ancora presente, ed io per non sbagliare son in pantaloncini corti! Evvai! Il tempo è anche un pò bruttino, ma va bene così!
Il nostro percorso inizia proprio dal centro del comprensorio sciistico su una stradina asfaltata che ci accompagnerà fino all' inizio del sentiero vero e proprio...



...Ecco il cartello che indica l' inizio del sentiero...


Entriamo nel bosco...


L' aria è frizzante, la felpa ce la metteremo e toglieremo di continuo. Quando usciva il sole faceva un caldo torrido, quando scompariva pareva di tornare a febbraio.


Camminiamo, siamo soli, solo il rumore dei nostri passi sulle foglie secche e sulla neve ancora presente. Un vento gelido ci fà compagnia, ma il tutto ci rilassa.
Ad un certo punto notiamo in fondo ad una cavità carsica una ciaspola: ci chiediamo cosa ci faccia li, e tra i mille come e perchè decido di andarla a recuperare...



Arrivo giù prendo la ciaspa, una baldas classica della Ferrino, e intanto che la guardo se rotta o malfunzionante, lo sguardo mi cade su un piccolo affare incastrato nella neve...un contapassi!
A quel punto ho temuto il peggio: pensavo di ritrovare qualcuno sotto la neve, ma per fortuna niente...
Vabbè che siamo in un posto abbastanza frequentato e di dispersi penso che non ce ne siano mai stati, ma non si sa mai!
Se saremmo stati in qualche zona più impervia, questo ritrovamento mi avrebbe fatto certamente preoccupare di più.
Decido di agganciarmi la ciaspa allo zaino e portarmela via, penso che non si tratti di furto, lasciarla li sarebbe da stupidi penso!
Siamo sotto il Colle delle Lastre e ci dirigiamo alla forcella...






Saliamo poco di quota e si apre uno scenario fantastico...


Ecco la prima casera del giro!
Ci avviciniamo e incontramo dei ciclisti che ci chiedono informazioni sul sentiero: salutiamo ed entriamo a vedere la casera...






 Beh....nulla a che vedere con Casera Canin dai!
Ora proseguiamo verso Casera Val fredda. Sempre sullo stesso sentiero si prosegue verso nord.



Avvistiamo la casera sulla destra, dall' altro versante, sotto il Col Ceschet
Proseguiamo fino al corcevia di setieri a quota 1470 dove imbocchiamo la strada forestale che ci condurrà fino alla malga.






Qui tiriamo fuori le cibarie...


Il vento gelido ci costringe a mangiare molto velocemente. Dopo un quarto d' ora circa siamo di nuovo in marcia verso Casera del Medico...




Ed eccola qui...


Qui è tutto chiuso ma troviamo sempre qualcosa...


Il nostro itinerario va avanti...Casera Barzan....




C'è sempre un legnetto per Piva!
Ora verso Casera Collalt....l' ultima!





Passata l' ultima malga il sentiero, per un breve tratto, sfrutta la strada asfaltata per poi addentrarsi nel fitto bosco che ci accompagnerà fino l' auto...




Sono le 16 circa quando saliamo in auto: visto che non abbiamo mai visto il vicino lago di Barcis, una birretta sulle sue sponde non ce la toglie nessuno! Purtroppo non ho fatto nessuana foto....ma fidatevi...era fresca!

Ecco l' itinerario


Alla prossima!

2 commenti:

  1. Le Prealpi non si smentiscono mai. Il prefisso "pre" le sminuisce troppo: molto belle sia le Prealpi Carniche che le Giulie. Julius Kugy le montagne che dal Cansiglio si portano fino a Forni di Sopra le chiamava Alpi Clautane. Zona ricca di faggete e di boschi misti (abieti-faggieti-picea). Ma anche di cime dolomitiche straordinarie che non hanno nulla da invidiare a quelle ovest Piave.
    Bellissimo reportage, come sempre. Bye

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